Polemiche incomprensibili tra il sindaco Melucci e il commissario per i Giochi Ferrarese. Per una questione di soldi, diciamo la verità…
L’erba di uno stadio che ha perso il suo profumo. L’erba che custodisce decenni di football, segreti mai svelati, piccole e grandi storie di calcio e calciatori e uomini, sfide memorabili ma anche tenzoni inguardabili. L’erba di uno stadio calpestata da chissà quanti, stadio che ora è strumento della politica più squinternata. E che quell’erba potrebbe bruciare cancellando tutta la sua storia.
Oddio, magari non sarà proprio così. Perché questa vicenda disgustosa che riguarda lo ‘Iacovone‘ con sguardo ai Giochi del Mediterraneo 2026, è il simbolo di quella politica che predilige l’indecisione per catturare consensi: o guelfi o ghibellini, l’importante per costoro è decidere scaricando colpe sugli altri, sul ‘nemico’ politico. E sulla pelle di una città.
Quell’erba, quello stadio – in tutte le sue fasi di costruzione, demolizione e ricostruzione – sono parte della Storia della città. Sì, parliamo di calcio e qualche ‘radical chic’ sorriderebbe: eppure, lo Sport è entrato di diritto nella Costituzione italiana (finalmente!) e c’è poco da sorridere. Perchè lo Sport è nelle vene del popolo italiano, checchè negli ultimi decenni i soloni di turno ne abbiano minato le fondamenta quasi fosse una specie di dopolavoro (con tutto il rispetto).
Quell’erba, quello stadio erano le polpette ingoiate a pranzo in tutta fretta la domenica quando il calcio-spezzatino non esisteva: i sedili sbattuti prima, i gradoni a dura prova poi, i boati del tifo. Aneddoti, storielle, imprese, cadute rovinose. In poche parole: passione rossoblu, amore per il Taranto, una città e una provincia che ‘per la maglia’ mandavano all’aria (si fa per dire…) la quiete familiare.
Ora quell’erba, quello stadio sono al centro di polemiche incomprensibili: abbatterlo e costruirne uno nuovo oppure recuperarlo e ristrutturarlo? Dietro le quinte i soldoni che fanno gola, diciamo la verità. Perché il progetto della GAU Arena, quello iniziale, prevedeva – secondo i resoconti giornalistici – qualcosa come 85milioni circa di investimenti in project financing (e con una concessione alla società proponente di 99 anni…). Ora il progetto è del tutto ridimensionato e il sindaco Rinaldo Melucci parla di circa 25 milioni di euro (temporaneamente accantonati piastra commerciale e altri servizi… appunto, temporaneamente!). Palla al Commissario per i Giochi Massimo Ferrarese: che farà? Tra una PEC e un comunicato stampa, prima o poi la decisione verrà fuori. Forse.
I sentimenti ci appartengono, siamo malati di romanticismo e di quel calcio ruspante di un tempo, ma la maglia rossoblu e la ‘casa del Taranto’ meritano rispetto anche oggi.
Il business ormai divora tutto, purtroppo. Anche per la costruzione o il recupero di uno stadio. In questa vicenda degradante, una certezza: la politica non guarda in faccia a nessuno allorquando ci sono di mezzo affari e consensi. E chi ci rimette, come al solito, è il cittadino…