Arsenale, porte aperte?

Riflessioni su una grande risorsa per la città all’indomani della visita del Presidente Mattarella

Grande gioia in città per l’arrivo di Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica, come tutti sappiamo, è venuto in riva ai due mari per inaugurare il festival della cultura paralimpica, accolto da tutte le autorità locali, dal presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli e da numerosi sportivi di livello internazionale.

Fin qui la cronaca, dalla quale, però, noi vorremmo distaccarci per un commento più ampio, che come al solito riguarda la nostra città.

L’Arsenale, uno dei cuori della città

La manifestazione organizzata dal Comitato Paralimpico si sta svolgendo infatti (fino a venerdì 17) presso l’Arsenale Militare. Un luogo a cui tutti i tarantini sono direttamente o indirettamente legati. Un luogo, soprattutto, senza il quale la città oggi non sarebbe la stessa. Se all’indomani dell’Unità d’Italia il senatore Cataldo Nitti non avesse proposto Taranto come sede dell’Arsenale e della base navale possiamo tranquillamente affermare che la città non sarebbe quella che è. Se però l’Arsenale ha portato lavoro, benessere e attirato tanti abitanti, dall’altro ha inevitabilmente creato una barriera, simbolicamente rappresentata dal muraglione, che ha sottratto alla città una parte bellissima del proprio territorio.

Osservando le immagini dei padiglioni espositivi allestiti in quelli che un tempo furono ambienti produttivi, è impossibile non immaginare scenari futuristici.

Aree inutilizzate o miniera d’oro?

Chi conosce un po’ l’Arsenale, infatti, sa bene che le aree ormai inutilizzate (e inutilizzabili) da parte della forza armata sono numerose e, in alcuni casi, anche di grande pregio in quanto ottimi esempi di archeologia industriale. E allora perché non provare a sognare che queste aree possano, gradualmente, ritornare fruibili per tutta la cittadinanza in maniera ordinaria e non solo in occasioni eccezionali (come appunto il festival della cultura paralimpica o come è accaduto in occasione della campagna vaccinale anticovid)?

La maestosa officina calderai, ora in rovina

Del resto, gli enormi spazi delle officine si prestano ad una molteplicità di usi, oltre a quelli produttivi per cui erano state costruite. Spazi espositivi, ad esempio. Taranto, è ben noto, non ha un quartiere fieristico. O ancora, spazi per la formazione, di cui c’è sempre più bisogno in ottica di un ampliamento dell’offerta universitaria. E, perché no, già che parliamo di sport, potrebbe essere finalmente arrivato il momento di vedere finalmente riaperti i campi sportivi di via Cugini, già sede storica dell’ArsenalTaranto e della sua serie B. Campi ristrutturati e trionfalmente inaugurati ai tempi dell’amministrazione Stefàno, nuovamente chiusi, di cui la prima amministrazione Melucci annunciò la riapertura mai avvenuta.

Il muraglione, da confine invalicabile a barriera da attraversare?

Insomma, non abbattere il muraglione, come spesso si è incautamente detto, ma trasformarlo poco per volta in una barriera permeabile, come del resto è già avvenuto con l’altro grande sito militare di Taranto, il Castello Aragonese, che da quando ha aperto le proprie porte è stabilmente uno dei siti culturali più visitati di Puglia.

Solo una visione? Forse, ma d’altro canto non è da una visione che quell’Arsenale è nato, dando forma a tutta la città?

Author: Alessandro Greco

Ha studiato Lettere Moderne presso l'Università del Salento e insegna discipline letterarie nella scuola secondaria. Pubblicista, ha collaborato in passato con Nuovo Dialogo, La Vita in Cristo e nella Chiesa (con articoli tradotti all'estero) e con il CorrierediTaranto.it, per il quale è stato cronista politico dal 2018 al 2022. Co-autore del documentario "Taranto, la città nella città - Guida ai vicoli per tarantini distratti (e turisti curiosi)".

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