La vicenda si trascina ormai da anni (troppi…) e l’ultima sentenza del Tar complica, in punta di diritto, i piani tanto ai proprietari quanto al Comune
Comparto 32 e polemiche. Una vicenda che si trascina da troppi anni, diciamoci la verità. Forse non stuzzica più di tanto il cittadino, ma in verità è diventata ormai una questione di principio: tanto per i proprietari dei terreni quanto e soprattutto per il Comune.
Senza ricapitolare troppo, cerchiamo di sintetizzare al massimo. Il cosiddetto Comparto 32 è un’area di oltre 80 ettari che ricade laddove oggi c’è il centro commerciale ex Auchan, ora Porte dello Jonio. L’area circostante, tanto per intenderci, e che lambisce la strada che conduce a San Giorgio Jonico, in parte rientrante in quel che diventerà il Parco del Mar Piccolo. Da anni i proprietari di quei terreni cercano di renderli produttivi attraverso proposte di costruzioni (ma non solo). Il Comune, riassumiamola così, in modo ondivago espresse dapprima parere favorevole per poi tornare sui propri passi di fronte alle barricate erette da quanti, giustamente, si opponevano e si oppongono al consumo di suolo. Il Tar, interpellato di recente dai proprietari, ha dato loro ragione, in virtù pure del fatto che il Comune non si è costituito parte civile nella causa.
Ora la situazione è di stallo. Nel senso che i proprietari non vogliono arretrare, pur avendo proposto una soluzione meno impattante. L’Ente civico, invece, ne vuol discutere ancora in Consiglio, guardando pure al varo del nuovo PUG, annunciato ormai prossimo.
Che accadrà dunque? Si tenga conto che l’amministrazione Melucci non è stata proprio chiara e soprattutto decisa sul da farsi, visto e considerato che ha cambiato opinione più di una volta. E le polemiche politiche sono quasi all’ordine del giorno.
Non siamo urbanisti né tantomeno giudici amministrativi. Pertanto, tentiamo di seguir un minimo di logica. I proprietari di quei terreni lo sono da decenni e, a quanto ci risulta, pagano le tasse su di essi quali suoli edificatori: obiettivamente, è comprensibile vogliano finalmente trarne profitto. Dall’altra parte, l’Amministrazione comunale, rispondendo più recentemente a logiche – diciamo così – ambientalistiche, pare voglia contrastare fino in fondo le pur legittime richieste dei proprietari.
Come se ne esce? Non siamo depositari della verità, sia chiaro: quel che qui verghiamo è del tutto opinabile. Ascoltando però – e proprio di recente – qualche proprietario, ci si rende conto che tutta la montagna di polemiche potrebbe (forse, e ribadiamo forse: il condizionale è più che d’obbligo!) risolversi molto più semplicemente. Il Comune non vuole accettare i progetti dei proprietari? Allora proceda con l’esproprio dei terreni (dai costi, ovviamente, tutti da valutare). Altrimenti il Comune potrebbe cambiarne la destinazione d’uso, andando incontro però a un quesito: siccome i proprietari finora hanno pagato le tasse per quei suoli che sono edificabili, modificandone la destinazione d’uso – sempre per logica – non bisognerebbe indennizzare i proprietari per tasse non dovute? O si pensa a un colpo di spugna?
Insomma, la vicenda è davvero complicatissima per nostra opinione. Certo è che a questa città l’aggiornamento del Piano Urbanistico Generale è uno strumento mancato troppi troppi anni. E, soprattutto, per certe vicende si è tirato solo a campare. Come andrà a finire? Staremo a vedere.
In foto, la Masseria Pantaleo, nel Comparto 32