Le mille potenzialità inespresse dell’Arsenale

Cuore pulsante della Taranto del passato, l’Arsenale potrebbe essere un volano per il suo futuro. Con un po’ di coraggio

Taranto non sarebbe la stessa senza il suo Arsenale. Nessuno può negare che prima che il senatore Nitti individuasse proprio la città dei due mari come sede per il nuovo regio arsenale, Taranto non era altro che uno dei tanti paesi della Terra d’Otranto (ancorché con un passato glorioso).

Generazioni di “arsenalotti” hanno trasformato Taranto nella città che è oggi, ben prima che giungessero anche le altre grandi industrie. Ora, però, l’Arsenale ha perso la sua forza propulsiva. Ma siamo sicuri che potrebbe recuperarla, con una buona dose di coraggio e un pizzico di visionarietà.

Perché l’Arsenale, così com’è, non ha futuro

Partiamo da un presupposto: l’Arsenale, così com’è, non ha un lungo futuro. Non sarà fra dieci, non fra venti, non fra trent’anni, ma prima o poi qualcuno riterrà non più tollerabile l’idea di dover essere schiavi del ponte girevole (e delle sue tempistiche di apertura) per portare una nave in manutenzione. Senza considerare che la larghezza del canale navigabile è un vincolo stringente per le dimensioni delle nuove navi (la portaerei Cavour ha raggiunto la massima larghezza possibile per attraversare il canale). E questo, con tutte le alternative disponibili (a cominciare dalle molte aree inutilizzate della rada di Mar Grande) prima o poi farà propendere per una totale dismissione dell’Arsenale così come lo abbiamo conosciuto sinora.

Cosa farne allora?

Quando quel momento arriverà, la comunità cittadina dovrà farsi trovare pronta con idee convincenti su come riutilizzare quegli immensi spazi. Che sono una vera miniera d’oro di soluzioni ad annosi problemi della città.

Ipotesi 1: centro congressi

Taranto è incomprensibilmente priva di un quartiere fieristico e perfino di un banale centro congressi. Tuttavia, alcune delle vecchie officine (spesso già dismesse e in stato di parziale o totale abbandono) sarebbero perfette allo scopo.

Ipotesi 2: campus universitario

Per lo stesso motivo, molte strutture dismesse o comunque sottoutilizzate potrebbero prestarsi benissimo ad essere aule universitarie. Perché allora non ipotizzare, in ottica di una futura Università degli Studi di Taranto, che l’Arsenale possa diventare un vero e proprio campus, come accade all’Ecotekne di Lecce che ospita le facoltà scientifiche dell’Università del Salento?

Ipotesi 3: stazione ferroviaria

Qui sfociamo apertamente nella fantascienza, ma qualche volta anche i sogni più arditi si avverano. Quando era in funzione la ferrovia Circummarpiccolo (di cui avevamo parlato qui), in Arsenale arrivavano i treni. Oggi l’ultimo pezzo di quella linea non esiste più, ma tutto il tracciato che da Nasisi arriva fino alla porta est dell’Arsenale è ancora lì. E allora perché non immaginare che un giorno i treni possano tornare anche lì, con un collegamento che porterebbe i viaggiatori direttamente in pieno centro?

Ipotesi bonus: parcheggi

Ovviamente tutte queste eventualità non escludono il fatto che l’area dell’Arsenale sia un immenso bacino di posti auto che servirebbero come il pane in un Borgo sempre più congestionato.

Una tavolozza su cui disegnare

Insomma, questa sequela di provocazioni (per lo più di difficile o difficilissima attuazione) vuole solo far riflettere su un dato: l’Arsenale è potenzialmente un foglio bianco, su cui poter disegnare mille forme diverse per il futuro della città. L’essenziale sarà farsi trovare pronti, quando alla Marina non servirà più.

Author: Alessandro Greco

Ha studiato Lettere Moderne presso l'Università del Salento e insegna discipline letterarie nella scuola secondaria. Pubblicista, ha collaborato in passato con Nuovo Dialogo, La Vita in Cristo e nella Chiesa (con articoli tradotti all'estero) e con il CorrierediTaranto.it, per il quale è stato cronista politico dal 2018 al 2022. Co-autore del documentario "Taranto, la città nella città - Guida ai vicoli per tarantini distratti (e turisti curiosi)".

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