Alberi tagliati senza criterio, politica dedicata allo scambio di poltrone, soliti annunci di una città che non c’è. E il silenzio pure degli ambientalisti di professione…Povera Taranto! Deturpata nei decenni, aggredita nei suoi luoghi naturali, avvelenata senza tregua. Ora pure deforestata: a colpi d’ascia (ad esser romantici…), senza ritegno e senza criterio, grazie a pensieri capotici di amministratori comunali trincerati dietro a relazioni tecniche quantomeno discutibili.
Via Di Palma, via Dante, via Acton: sono gli esempi di scelte assurde di una Amministrazione comunale che predica bene ma razzola male. Non si spiegano altrimenti gli interventi poco lucidi – se non proprio aberranti – nel colpire il già poco verde urbano della città.
E quel che ti lascia perplesso è che dietro i tagli del verde ci sono giustificazioni poco credibili. E’ già accaduto su via Di Palma (tagli selvaggi bloccati dalle proteste di associazioni e cittadini), su via Dante (eliminazione degli alberi pericolosi per far posto alla pista ciclabile ma non sostituiti da altro verde), su via Acton (abbattimento di ulivi secolari per il progetto delle BRT).
Il Comune guidato da Melucci non guarda in faccia a nessuno quando assume una decisione: finge di ascoltare, ma poi tira diritto come un treno. Inutile star qui a stilar l’elenco di scelte condivise solo dalla corte: tanto, se qualche cortigiano s’oppone, eccone pronto qualche altro per sostituirlo. Poltrone che vanno e vengono pur di restare saldo al comando: Melucci, lo ha dimostrato con i fatti, tiene in pugno il manipolo di personaggi che aspirano a un incarico. La sua è una maggioranza ibrida, da tempo non è più quella eletta dai cittadini votanti di cui s’è sempre vantato.
Ecco che tutte le scelte seguono la stessa filosofia: o è così, oppure fatevene una ragione. Tanto, lui – il sindaco pro tempore – non ha problemi a cambiare i compagni di merende.
Quel che preoccupa è la… semina. Sono ormai passati gli anni, ma sembra poco redditizia. La Taranto del futuro, spacciata più volte, è assai lontana da un minimo di realizzazione: è sotto gli occhi di tutti. E non bastano i cantieri che – per esempio in Città vecchia – vanno a rilento quando non sono interrotti. Ci sono problemi irrisolti e che a Palazzo di Città fanno finta di affrontare, salvo poi voltare lo sguardo e pensare ad altro. Anche qui l’elenco sarebbe fin troppo lungo, ma basterebbe pensare al rapido impoverimento del Borgo – un tempo gioiello della città – e le sempre dimenticate periferie, per capire di cosa stiamo parlando.Però, deforestiamo per le BRT, diventate il provvedimento-bandiera di questa Amministrazione, quasi fossero la panacea di tutti i mali. Ma davvero?
Nel frattempo, Melucci di tanto in tanto indossa l’abito ambientalista: rinuncia polemicamente alla cerimonia di accensione dell’Altoforno 1 nell’ex Ilva alla presenza del ministro Urso. Un sindaco (pseudo) ambientalista che però taglia il verde e chiama Parco della Musica l’area dei Baraccamenti Cattolica, un parco dove non c’è l’ombra di una pianta. E guarda un po’, tira fuori in una delle ultime riunioni di Giunta una ipotesi progettuale per la realizzazione la ‘Green Belt’: 90 milioni di euro “per incrementare e valorizzare il patrimonio naturalistico attraverso il recupero di aree verdi esistenti, la riforestazione e la creazione di parchi urbani o loro riqualificazione”, come si legge in una recente nota ufficiale.Insomma, altro annuncio, come i tanti in questi anni. Fossero stati realizzati i tanti propalati finora, la città oggi avrebbe un volto diverso. Peccato che alcuni dei progetti portati a compimento siano figli delle Amministrazioni precedenti: non va mai dimenticato.
Nel frattempo. godiamoci la scarpata del Lungomare solo nei giorni di sole e comunque scansando rifiuti (nonostante l’impegno degli operatori di Kyma Ambiente), così come quella della Villa Peripato il cui degrado e lo stato d’abbandono lasciano davvero interdetti.
Magari se la… semina non è stata rigogliosa finora, bisognerebbe cambiare gli agricoltori!
Nota a margine. Ci chiediamo come mai gli ambientalisti di professione non abbiano profferito parola sulla gestione del verde urbano da parte del Comune. E come mai – tranne in rari casi – non si parla della sporcizia che dilaga in città per una raccolta dei rifiuti a dir poco disastrosa? Si è ambientalisti solo contro l’ex Ilva? La qualità della vita di una città non dipende solo da una fabbrica inquinante ma anche dalla cura che si ha dell’ambiente in cui viviamo. E se le classifiche varie vedono la nostra Taranto ormai da anni relegata agli ultimi posti, qualcosa vorrà pur dire. O no? Ah, già: su chi stila queste classifiche incombe da tempo la minaccia di ricorso a vie legali di Palazzo di Città… ma per favore!