Impazza il totonomi per le comunali. E se invece facessimo un po’ di toto-temi?
Come è naturale dopo la fine improvvisa di un’amministrazione comunale, in questi giorni sulle testate giornalistiche è partita la furiosa caccia ai nomi. I cronisti politici sono impegnati in telefonate, messaggi e “appostamenti” nei luoghi che contano per captare voci su chi saranno i prossimi candidati alla più alta carica cittadina.
E tuttavia, al pur necessario e doveroso “totonomi” (chi di noi non vuole sapere a chi potrebbe dover affidare le sorti della città?) deve necessariamente affiancarsi un toto-temi. E cioè: da cosa dovrà ripartire il nuovo sindaco di Taranto, chiunque egli sia? E quali saranno i temi su cui si giocherà la prossima campagna elettorale?
Proviamo a chiedercelo.
Giochi del Mediterraneo
Il primo grande tema, se non altro in ordine di tempo, sarà quello dei Giochi del Mediterraneo. Il nuovo sindaco avrà appena un anno per preparare la città al grande evento. E se è certamente vero che le opere principali sono tutte soggette al commissariamento governativo, nella persona di Massimo Ferrarese, è pur vero che mille aspetti accessori resteranno di competenza dell’amministrazione. Ad esempio: occuparsi di far trovare le strade in condizioni decorose a chi arriverà da fuori, curare l’accoglienza, occuparsi di organizzare eventi collaterali che aiutino sia a coinvolgere la cittadinanza nel grande evento che a “fare bella figura” con chi verrà da fuori.
Riqualificazione Città Vecchia
Nel mentre, non potrà arrestarsi ma, anzi, dovrà procedere con rinnovato slancio la riqualificazione della Città Vecchia. Tema da affrontare nell’immediatezza sarà la destinazione d’uso dei palazzi ristrutturati. Restaurare begli edifici non basta, bisogna farli vivere. Quale sarà il reale utilizzo delle immense metrature di Palazzo Troilo? Cosa ne sarà di Palazzo Carducci, i cui arredi sono in gran parte andati perduti in anni di occupazioni e vandalismi? Come farà Palazzo Delli Ponti ad essere reso funzionale per il previsto uso come sede universitaria da dare al Politecnico, attualmente allocato a Paolo VI?
Parallelamente, bisognerà dare nuovo slancio ai due unici progetti con finalità abitativa. Da un lato, le case a un euro, esperienza pionieristica ma che definire fallimentare è dire poco, dal momento che quasi tutte le ristrutturazioni sono bloccate, anche a causa di inadempienze dell’amministrazione comunale denunciate più volte dai proprietari. Ma soprattutto, bisognerà dare slancio alla madre di tutti i progetti, il social housing, che mira a riqualificare la parte più devastata e centrale dell’isola, portando anche, finalmente, all’agognata riapertura di via di Mezzo nel tratto vicino alla chiesa di San Giuseppe. Cosa ne sarà del più grande cantiere di Taranto, attualmente fermo ancora allo stadio progettuale?
Sentenza BOC e rischio nuovo dissesto
Nel mentre, il nuovo sindaco e la nuova amministrazione potrebbero ritrovarsi immischiati in una situazione spinosissima. Si attende, infatti, la sentenza definitiva sulla vicenda dei Buoni Ordinari Comunali, la cui genesi risale addirittura al 2004.
L’allora amministrazione Di Bello, come noto, sottoscrisse con Banca OPI (attualmente assorbita nel gruppo Intesa Sanpaolo) un finanziamento da 250 milioni di euro, in parte per estinguere precedenti finanziamenti accesi dall’ente, in parte per liquidità per nuovi progetti. L’investimento, che fu fra i prodromi che condussero poi al dissesto finanziario dell’ente, è ancora oggi oggetto di contesa legale fra il Comune e Intesa Sanpaolo. I difensori dell’ente civico, infatti, sostengono che la sottoscrizione effettuata all’epoca fu “immorale”, in quanto effettuata senza che gli organismi comunali avessero approvato il bilancio di previsione. Se tale tesi difensiva fosse accolta dai magistrati, il Comune potrebbe non dover restituire alcunché ad Intesa. Se, viceversa, dovesse essere respinta, gli scenari sarebbero molto più foschi. Il Comune, infatti, avrebbe un debito da saldare che oscillerebbe fra un minimo di 197 e un massimo di 230 milioni di euro, a seconda del calcolo degli interessi dovuti. In questo caso, gli scenari aperti sarebbero due: il migliore sarebbe un accordo con Intesa per restituire il debito in un lungo numero di rate, che inevitabilmente sarebbero un macigno sulle casse comunali per molti anni a venire; il peggiore sarebbe la necessità di saldare subito il debito, conducendo ad un inevitabile dissesto bis.
Va precisato, a questo proposito, che le precedenti amministrazioni hanno messo da parte un tesoretto da spendere in questa eventualità. Si parla, però, di “appena” cinquanta milioni di euro…
L’amministrazione entrante, dunque, mentre dovrà gestire la più grande pioggia di fondi che Taranto abbia mai visto, dovrà, però, saper anche fare la formica. Ché di cicale se ne sono già viste fin troppe.