Gli schieramenti iniziano a definirsi, ma il quadro è quanto mai incerto.
Si iniziano a definire gli schieramenti per le prossime elezioni comunali di Taranto, ma il quadro non presenta affatto un esito scontato. Anzi, l’impressione è che alle urne possa succedere di tutto.
Il centrosinistra va sul sicuro
Partiamo dall’unico schieramento “tradizionale” che ha già definito la propria candidatura. Il centrosinistra presenterà come proprio alfiere Pietro Bitetti. Non esattamente un nome nuovo della politica cittadina, ma che per una serie di motivi può rappresentare una seppur minima discontinuità rispetto alla passata amministrazione. Già candidato sindaco nel 2017, infatti, si apparentò con Melucci solo al secondo turno, divenendo poi consigliere di maggioranza, seppure in una posizione critica, tanto che spesso si è affermato in aula come vi fosse anche lui, in origine, fra i dimissionari che fecero cadere la prima giunta Melucci (accusa alla quale non è mai giunta una vera smentita). Ritrovatosi poi nuovamente alleato di Melucci nel 2022, la spuntò su Lucio Lonoce per la carica di Presidente del Consiglio Comunale (che aveva già ricoperto durante la seconda amministrazione Stefàno). Da quella carica poi, come noto, è stato sfiduciato a causa della sua fuoriuscita dalla maggioranza, lasciando obtorto collo la poltrona di presidente a Luigi Abbate e chiudendo la consigliatura in fortissima polemica con l’ex-sindaco. Un lavacro ideale per presentarsi ora come un candidato sì di centrosinistra, ma in discontinuità.
Il centrodestra a corto di nomi…
Dal canto suo, il centrodestra è ancora ben più che in alto mare. Sono state riportate più volte sulla stampa nei giorni scorsi le voci di tensioni interne alla coalizione sul nome di Francesco Tacente, che sarebbe stato bocciato da Fratelli d’Italia in quanto troppo vicino all’ex-sindaco Melucci (che lo nominò presidente del Consorzio Trasporti Pubblici). La convergenza sembra ora trovata sul nome del forzista Di Cuia, ma bisogna ancora capire se anche i centristi sarebbero della partita e, nel caso, se a loro andrebbe bene sostenere un candidato di Forza Italia.
5 Stelle, il Turco che fu…
Pare rimasto a metà del guado, invece, il MoVimento 5 Stelle. Il partito guidato da Giuseppe Conte proviene da due consigliature non esattamente felici. In quella iniziata nel 2017 il candidato sindaco Nevoli si dimise e i consiglieri Battista e Corvace si dichiararono indipendenti; in quella appena conclusa il consigliere Odone ha anch’egli abbandonato il movimento, in questo caso per accodarsi a Melucci. In questa tornata elettorale i pentastellati parevano in predicato di calare l’asso, candidando Mario Turco, vicepresidente nazionale del movimento, Senatore della Repubblica e soprattutto ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con la pesantissima delega alla programmazione economica. Ora che il resto del centrosinistra ha scelto Bitetti, però, come giustificare una candidatura come quella di Turco per andare da soli (e, verosimilmente, non riuscire ad arrivare nemmeno al secondo turno)? Un nome di questo peso non può essere “bruciato” in una candidatura perdente. E allora cosa fare? Accodarsi al treno di Bitetti o andare da soli? E, se del caso, con quali nomi?
La scheggia impazzita: Mirko Di Bello
Un contesto siffatto parrebbe spianare la strada per un’investitura per Bitetti, ma in realtà nel quadro c’è una scheggia impazzita, quella di Mirko Di Bello, candidato della coalizione civica “Adesso”. Si tratta di un progetto che, rispetto ad altri, ha il vantaggio di aver preso la rincorsa da lontano. Risale, infatti, addirittura alla fine del 2023 l’annuncio di candidarsi alle successive elezioni comunali (qualsiasi ne fosse stata la data), da parte di una coalizione che in realtà nasceva all’inizio con un obiettivo ben preciso: l’autonomia amministrativa delle “tre terre”: Talsano, Lama e San Vito. Questo è, al momento, l’unico vero perno del programma amministrativo di Di Bello, ed è chiaro che potrebbe portare a raccogliere numerosi consensi in quella che è comunque la circoscrizione più popolosa della città.
Non solo. Per raccogliere un ampio consenso attorno al proprio progetto, Di Bello ha anche un’altra carta da giocare. I primi due dei tre principi fondamentali della coalizione, infatti, rivendicano la totale estraneità del progetto a partiti e singoli che abbiano già amministrato la città. Un fatto che sicuramente potrebbe aiutare a raccogliere il consenso dei molti delusi della politica cittadina degli ultimi anni.
Le candidature ancora da definire
Meno definite appaiono, per ora, altre situazioni. Dalle pagine social del suo giornale, ha annunciato la propria candidatura anche il direttore del Corrieredelgiorno.it Antonello De Gennaro. In un videomessaggio lungo oltre trenta minuti, De Gennaro ha annunciato la propria volontà di “rottamare” l’attuale politica cittadina, presentandosi da solo. Al momento, però, null’altro si sa circa i dettagli della sua candidatura.
Ha scelto, invece, le colonne della Gazzetta del Mezzogiorno Mario Cito, che ritenta ancora una volta la corsa per Palazzo di Città con il simbolo di AT6, dopo il ballottaggio perso contro Stefàno nel 2012, un lusinghiero 12% nel 2017 e un tracollo disastroso nel 2022, in coalizione con Musillo.
Vi sarebbe, poi, un’altra incognita. Molto tempo fa aveva annunciato l’intenzione di correre per la carica di sindaco anche Massimiliano Stellato. E tuttavia, il consigliere regionale al momento sembra in attesa, data anche la convulsa fine della sua ultima esperienza in consiglio comunale. Dapprima fiero avversario di Melucci, poi suo mentore al momento dell’ingresso in Italia Viva, poi in una posizione ambigua cristallizzata definitivamente nelle tardive dimissioni rassegnate assieme al collega Mario Odone quando ormai il Consiglio Comunale era già decaduto in virtù delle dimissioni collettive di altri diciassette consiglieri. Per il momento Stellato ha solo pubblicato sui propri social un simbolo di lista (“Taranto in marcia”) con la sibillina affermazione «Tenete bene a mente questo simbolo … Determinerà la vittoria del prossimo SINDACO DI TARANTO !!!». Null’altro si sa, però, delle sue prossime mosse.
Cosa succederà ora?
In attesa di possibili nuove candidature, il quadro si presenta al momento abbastanza frammentato e incerto, tanto da poter affermare che sarà molto difficile una vittoria al primo turno. E in un eventuale ballottaggio potrebbe succedere di tutto. Anche la vittoria di un outsider.