Per il secondo sabato consecutivo va sold out la notte bianca degli ipogei. Una Pasqua di rinascita anche per Taranto Vecchia
Qualcosa sta cambiando per davvero. Finalmente.
Vogliamo crederci, fino in fondo. Taranto Vecchia non è più semplicemente un buco nero di perdizione in mezzo alla città, una terra di nessuno da cui è meglio stare alla larga. In realtà, ad onor del vero, non lo è mai stata, ma così è sempre stata percepita da una enorme maggioranza dei tarantini che avevano reciso il collegamento con le loro radici.
Oggi non è più così. Il ramo secco sta tornando a dare foglie verdi.
Come giustifichiamo tutto questo ottimismo? Per due sabati consecutivi è andata sold out la Notte bianca degli ipogei organizzata da Taranto Grand Tour. Dodici siti archeologici della Città Vecchia, sia privati che pubblici, sono stati letteralmente presi d’assalto da tarantini e turisti. Di sabato sera, in tanti hanno preferito passeggiare su via Duomo e su via Cava anziché su via D’Aquino e via Di Palma (alle quali va tutto il nostro affetto, eh, sia chiaro). Anche chi il biglietto per il tour guidato non era riuscito ad ottenerlo in tempo. E non è questo forse un enorme motivo di speranza per la tanto sospirata rinascita? Senza contare l’ancor più grande afflusso di fedeli e semplici curiosi che come ogni anno si sono assiepati fra Largo San Domenico e Piazza Fontana per l’uscita del pellegrinaggio dell’Addolorata.
La diffidenza, si sa, si può superare solo attraverso la conoscenza, e finalmente tanti tarantini stanno imparando a conoscere la loro terra d’origine. A scoprire che i vicoli dell’isola non sono soltanto palazzi murati (che pure ci sono) e cortili privatizzati abusivamente a forza di cancelli e recinzioni. Taranto vecchia è un vero scrigno di Storia e di storie che aspettano solo di essere riportate alla luce.
Significa che va tutto bene? No, per niente.
I problemi restano e sono tanti, dall’impreparazione di alcune attività commerciali rispetto ad un afflusso di clienti così importante alla pulizia delle strade non sempre ottimale, per tacere dell’atavico problema di un’illuminazione pubblica del tutto inadeguata a garantire una buona fruizione della bellezza dei vicoli.
Ma.
Ma ora non è più tutto sbagliato, non è più tutto deserto, la scalata è iniziata. Bisognerà non fermarsi, bisognerà non arrendersi, bisognerà che la Chiesa e le pubbliche amministrazioni (soprattutto Comune e Università) continuino in un’opera di riqualificazione che non può prescindere dalla loro azione.
Con questa nota di speranza vogliamo augurare a tutti i nostri lettori una buona Pasqua. Di Resurrezione e di rinascita per una città che deve finalmente iniziare a guardarsi allo specchio senza arrossire.
Buona Pasqua Taranto!