Nave museo, ci risiamo…

Dopo il Vittorio Veneto, anche il Garibaldi rischia di partire per altri lidi. La vicenda spiegata

Si è fatto un gran parlare, qualche giorno fa, dell’incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi. Ex nave ammiraglia della Marina Militare (fino all’entrata in servizio della portaerei Cavour nel 2011), il Garibaldi ha ormai alle spalle ben 39 anni di servizio attivo nei mari di tutto il mondo. Pertanto, nell’ambiente era ben noto che l’unità fosse destinata ad un prossimo pensionamento. Una grande opportunità per trasformare la nave in qualcosa di nuovo.

Il sogno di una nave museo

L’incrociatore Vittorio Veneto

Si tratta, per chi segue queste vicende, di un colossale deja vu. Già vent’anni fa, infatti, la stessa situazione si era presentata allorché ad avviarsi al disarmo era stata la precedente ammiraglia, l’incrociatore Vittorio Veneto. Allora c’era stato chi ne aveva proposto la trasformazione in nave museo, per colmare un vuoto che la Marina italiana ha rispetto a quelle di altri Paesi, che spesso hanno addirittura più di una unità d’epoca dedicata a questo scopo.

Proprio a questo scopo, nel 2006, fu deciso che la nave, all’atto del disarmo, non sarebbe stata avviata alla demolizione immediata come solitamente avviene, ma che sarebbe stata conservata per allestirvi un museo navale. Da allora, quindici anni di progetti, speculazioni e illusioni, concluse nel 2021 con la triste parata che portò il Veneto in Turchia per l’ormai inevitabile rottamazione.

Nel mezzo, due progetti di musealizzazione andati a vuoto, da parte prima della città di Bagnoli e poi di quella di Trieste. Da Taranto tanto clamore, grida al furto, lacrime di coccodrillo ma nulla di concreto e realizzabile.

Ci risiamo

L’incrociatore Garibaldi

Sarebbe stato lecito attendersi che la batosta fosse stata di lezione. E lo è stata, ma non per Taranto.

All’annuncio, qualche settimana fa, che il Garibaldi sarebbe andato in disarmo, è arrivata immediatamente la proposta per farne una nave museo. Solo che, ad avanzarla, non è stata Taranto ma Genova. Artefice, il Centro Studi Giuseppe Bono, nato circa un anno fa per «fare di Genova il centro dove si discutono le tematiche del mare», come si disse all’epoca della sua presentazione (per approfondire leggi l’articolo dell’agenzia ANSA).

In un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, il direttore del Centro Studi, Bruno Dardani, ha esposto le linee principali del progetto, che vorrebbe creare attorno al Garibaldi un vero e proprio polo museale. Non è difficile immaginarlo, se consideriamo che nell’area del porto vecchio di Genova insistono già il Museo del Mare, l’acquario e il sommergibile Nazario Sauro (un’altra unità la cui vita operativa era stata interamente trascorsa a Taranto, proprio come per il Garibaldi).

Taranto ce l’ha un progetto o no?

Ma il motivo per cui quell’intervista ha fatto così tanto scalpore è un altro. Al microfono di Maristella Massari, infatti, Dardano ha testualmente affermato che «alla Marina non sono pervenute da Taranto ipotesi progettuali concrete, almeno ad oggi». Insomma, non siamo noi che ve la rubiamo, ma voi che ve la lasciate scappare.

Apriti cielo.

Da Taranto è partita la replica di Elena D’Arcangelo, esponente del movimento politico CON ma soprattutto membro della precedente versione del comitato organizzatore dei Giochi del Mediterraneo. Secondo quanto riferito nella sua nota, già nel novembre 2019 una proposta progettuale fu inoltrata da ASSET alla Marina Militare. La proposta prevedeva l’ormeggio di Nave Garibaldi presso la stazione torpediniere, dove dovrà (dovrebbe?) sorgere il centro nautico dei Giochi del Mediterraneo. Qui l’ex-ammiraglia della Marina Militare sarebbe dovuta diventare, secondo questo progetto, non solo un museo, ma una foresteria a servizio del centro nautico.

All’epoca (sempre secondo la ricostruzione divulgata da Elena D’Arcangelo) la Marina Militare avrebbe risposto che i tempi erano prematuri per ogni decisione (e del resto, sono passati cinque anni prima che l’unità vedesse il disarmo).

E ora?

Se quel progetto esiste davvero, però, e non si tratta solo di un titolo e un paio di rendering, sarebbe forse il caso di tirarlo fuori e sottoporlo nuovamente a chi di dovere. Altrimenti sarà l’ennesima occasione persa…

Author: Alessandro Greco

Ha studiato Lettere Moderne presso l'Università del Salento e insegna discipline letterarie nella scuola secondaria. Pubblicista, ha collaborato in passato con Nuovo Dialogo, La Vita in Cristo e nella Chiesa (con articoli tradotti all'estero) e con il CorrierediTaranto.it, per il quale è stato cronista politico dal 2018 al 2022. Co-autore del documentario "Taranto, la città nella città - Guida ai vicoli per tarantini distratti (e turisti curiosi)".

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