Taranto e il potere ad personam

Quanto accaduto nell’ultimo Consiglio comunale è l’ennesimo esempio di esercizio personale del potere

L’esercizio del potere ad personam. Non c’è altro da aggiungere a quanto accaduto nell’ultimo Consiglio comunale di Taranto. Che, poi, è uno dei punti più bassi della vita politica-amministrativa di questa città. E la dice lunga su come gli interessi del cittadino siano del tutto accantonati rispetto a quelli propri.

E non si tratta di difendere il defenestrato Bitetti dallo scranno di Presidente della massima assise cittadina: qui si è buttato giù la carica per meri vantaggi di chi e di quanti operano per il proprio tornaconto, fregandosene altamente di temi e problemi che riguardano la qualità della vita di una Taranto che, a dispetto di una falsa narrazione ufficiale, resta una città splendida ma purtroppo da anni in coda alle classifiche della vivibilità.

Melucci & Co. hanno consumato la loro vendetta dapprima cambiando il regolamento per porre la sfiducia al Presidente del Consiglio comunale e poi applicandolo senza pensarci su due volte, scansando polemiche e veleni, anche arrampicandosi sugli specchi di una retorica politica che non convince nessuno. Del resto, la verità è stata candidamente ammessa da due esponenti della maggioranza stessa (Fornaro e Fiusco), e cioè di un accordo politico per sostituire Bitetti con il paladino Abbate (sic!) o qualche altro fedelissimo.

Davvero una brutta, bruttissima pagina politica-amministrativa per la città capoluogo. Beh, che volete? Quante volte il sindaco Melucci ha cambiato casacca e maggioranze e fagocitato assessori pur di restare al comando? E con quale coraggio si può parlare di “bene per la città” se l’incertezza politica (ad esser buoni, perchè qui si tratta solo di baratto della politica) si trasmette giocoforza nell’incertezza cittadina? Come si pretende rispetto delle regole ai tarantini se i primi a non rispettarle sono proprio coloro che li amministrano?

La città è sporca per colpa dei cittadini? Certo, ma chissà perchè si sono divorati e si divorano milioni di euro per una raccolta rifiuti che non funziona. E chissà perchè il degrado urbano è sotto gli occhi di tutti. E ci limitiamo al minimo dei problemi, perchè l’elenco delle criticità sarebbe lungo, lunghissimo.

Il sindaco Melucci sa bene che la fiducia dei tarantini nei suoi confronti è al minimo, visto e considerato che il territorio lo ascolta poco o nulla. Semmai, è abile a circondarsi di lacchè a tutti i livelli pur di strappare qualche consenso. Buon per lui, non certo per la città, che aspetta ormai da anni di capire il proprio futuro, quale sia la visione reale del domani.

Qui crediamo che altre pagine disastrose saranno scritte nel futuro prossimo. Perchè questo modo di agire gattopardesco non può portare lontano. L’esercizio del potere ad personam non ha mai avuto vita lunga. Purtroppo sulla pelle dei cittadini.

Author: Marcello Di Noi

Giornalista pubblicista da oltre 30 anni, è stato a lungo collaboratore del 'Corriere del Giorno', storica testata giornalistica tarantina purtroppo non più in edicola, occupandosi di Sport e principalmente del Taranto, oltre che di pallavolo, contemporaneamente scrivendo per 'La Gazzetta dello Sport'. Ha poi diretto il mensile di cultura e spettacoli free press 'PiGreco', per poi passare a dirigere il quotidiano TarantOggi. Successivamente ha diretto la testata on line 'CorrierediTaranto'.

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